Gli Incroci

Il Prof. Luigi Manzoni, a partire dal 1924, cominciò per la prima volta in Italia una lunga serie di sperimentazioni sulla vite tramite incrocio con l’intento di individuare nuove varietà prima di uve da tavola ed in un secondo momento anche da vino.

In sinergia con il Prof. Dalmasso impostò una serie di combinazioni di incroci utilizzando come parentali una varietà internazionale ed una autoctona trevigiana che vennero effettuati tra il 1924 e il 1930 e tra il 1930 e il 1935, con lo scopo di ottenere “un vitigno ad uva bianca e a uva nera che potesse sostituirsi con vantaggio alle varietà sino a quel momento coltivate ”.

Il primo periodo

Nel primo periodo gli incroci vennero contraddistinti con 2 numeri: il primo indicante il filare ed il secondo il numero del ceppo sul filare. A questo gruppo appartengono le sperimentazioni sulle uve da tavola Besgano x Moscato d’Amburgo e dattero di Beyrut x Luglienga e sulle uve da vino Trebbiano x Traminer, Riesling Renano x Trebbiano e Prosecco x Cabernet Sauvignon.

Il secondo periodo

Tra il 1930 ed il 1935 gli incroci, per distinguerli da quelli della prima serie, furono identificati dal Prof. Luigi Manzoni con 3 cifre di cui la seconda è sempre lo 0. Le migliori combinazioni di questa serie risultarono essere Riesling Renano x Pinot Bianco, conosciuta oggi come Manzoni Bianco 6.0.13 e Raboso Piave x Moscato d’Amburgo, detto anche Incrocio Manzoni 13.0.25.

A partire dagli Anni ’40 iniziò la diffusione delle nuove varietà dapprima limitatamente alle Venezie con gli incroci ad uva rosata 1.50 (Trebbiano x Traminer) e a bacca nera 2.15 (Prosecco x Cabernet Sauvignon) sebbene l’interesse nazionale si andò spostando verso l’Incrocio Manzoni o Manzoni Bianco 6.0.13.