Gli autoctoni

Vista la vastità del territorio dell'area Doc Piave non è semplice definire un carattere generale per i vini del Piave, diversi tra loro per tipologia e storia, ambiente e tradizioni di lavorazione. Nel corso dei secoli, infatti, a fianco dei varietali autoctoni, si sono ben inseriti anche diversi vitigni internazionali che nel nostro territorio hanno trovato un'ottima ambientazione, in grado di esaltare le loro caratteristiche più tipicamente locali.

Raboso Piave

Il Raboso è un vitigno autoctono a bacca rossa di origine antichissima tipico del Veneto Orientale dov’è coltivato sin dal Seicento e che trae il suo nome dall’aggettivo “rabiosa”, un tempo usato per definire quest’uva dal carattere forte, dal gusto leggermente asprigno e dalla vendemmia piuttosto tardiva.
E’ un’uva forte, di carattere, che non teme la siccità, il freddo ed il passare del tempo: secondo il disciplinare di produzione il vino Raboso non può essere messo in commercio se non dopo un invecchiamento di 3 anni, necessario per armonizzare la grande personalità di questo vino e la sua marcata acidità.
E' un compagno ideale dei ricchi piatti della tradizione locale, come pasta e fagioli, l'oca, le carni grigiliate, gli arrosti e la selvaggina in genere.

Marzemino

Il Marzemino è un vitigno autoctono a bacca nera la cui presenza nel Nord Est è attestata sin dal 1400, rivela eccellenti potenzialità espressive celebrate anche nella famosissima opera “Don Giovanni” di Wolfang Amadeus Mozart.
I terreni calcarei ed argillosi che dalla pianura in provincia di Treviso si snodano sino a lambire le colline di Valdobbiadene rappresentano per questo varietale un luogo ideale di maturazione donando risultati di spiccata originalità che, grazie al clima particolarmente favorevole, ne esaltano la morbidezza.
Per i suoi profumi penetranti e fruttati con tracce di more, noci e vaniglia ben si sposa con arrosti di carni bianche e rosse, pollame e cacciagione.

Verduzzo

Il Verduzzo trevigiano, omonimo del più celebre vitigno a bacca bianca friulano, è coltivato in modo significativo per lo più nella provincia di Treviso, dove ben prospera su terreni argillosi e pietrosi, come quelli delle sponde del Fiume Piave dove viene vendemmiato piuttosto tardivamente.
E' un vino bianco morbido e fresco, intenso e persistente che, per i richiami di frutta e la leggera speziatura, è consigliato con antipasti magri, minestre e piatti di pesce.

Gli Incroci Manzoni

Di tutto il lavoro svolto dal Prof. Luigi Manzoni sulla sperimentazione genetica della vite mediante incrocio tra un vitigno internazionale ed un autoctono trevigiano, attualmente gli unici cloni coltivati sono il Manzoni Bianco 6.0.13 (Riesling Renano x Pinot Bianco), il Manzoni Moscato 13.0.25 (Raboso Piave x Moscato d'Amburgo) ed il Manzoni Rosso 2.15 (Prosecco x Cabernet Sauvignon).